OpenjobMetis: «Daremo impiego a 160mila abili con reddito di cittadinanza»
«Al Governo chiedo di fornire l'elenco dei percettori del reddito di cittadinanza alle agenzie del lavoro, almeno dei 160mila definiti occupabili. Nome, cognome e contatti alla mano, proveremo a trovare loro un lavoro. O almeno a fare delle proposte. Quando sento dire dai percettori che il lavoro non si trova rimango perplesso perché, in realtà, questa è una fase molto effervescente del mercato». A dirlo è Rosario Rasizza, dal duplice osservatorio di ceo di OpenjobMetis (che ha sul territorio nazionale 135 agenzie, oltre alle 20 di Family care, specializzata nelle mercato delle badanti) e di presidente di Assosomm, una delle associazioni datoriali che rappresenta le agenzie del lavoro. «Non esiste una banca dati centralizzata e questo è un grande problema per gli operatori che, di volta in volta, devono mettersi in contatto con i centri per l'impiego sul territorio. Le agenzie dovrebbero essere coinvolte maggiormente nell'ideazione di strumenti come il Reddito e servirebbe un dialogo continuo con le istituzioni e il ministero del Lavoro. Credo che sia un grave errore confondere le politiche attive e del lavoro e l'assistenzialismo. Chi può lavorare ed è occupabile deve essere inserito prima possibile nel mercato del lavoro. Chi, invece, è in una situazione di fragilità e difficoltà va aiutato, ma i due piani vanno tenuti distinti».
Le differenze tra Regioni
I tassi di disoccupazione e la ricettività del mercato variano molto a seconda delle regioni, ma su questo tema Rasizza ritiene che bisogna stimolare le persone «a giocarsi una chance, magari in una zona e in un territorio diversi, sostenendo la mobilità territoriale. Io mi chiamo Rosario e vivo a Varese, una città dove questo nome è piuttosto raro. Lo devo al fatto che i miei genitori sono di origine siciliana e non trovando lavoro nel loro paese sono emigrati qui per lavorare. Le persone devono darsi delle chance e sposare anche la strada della mobilità territoriale, ma non abbandonarsi al reddito di cittadinanza perché il reddito può darlo solo il lavoro».
L’andamento dell’azienda
Se il settore chiuderà l’anno con una crescita a due cifre in una fase in cui ha mostrato una forte resilienza, nel caso di Openjobmetis, il manager pur non potendo annunciare previsioni sulla chiusura del 2022 trattandosi di una società quotata, osserva che la novestrale ha evidenziato dati molto positivi. I ricavi hanno raggiunto 572 ,9 milioni, in crescita dell'11,2% rispetto allo stesso periodo del 2021. L'utile netto è stato invece di 11,4 milioni, con una crescita del 20% rispetto ai primi 9 mesi dell'anno scorso. «Il miglioramento della nostra posizione finanziaria netta è un dato molto positivo perché significa che i nostri clienti, le aziende, pagano regolarmente le fatture perché i servizi offerti vengono considerati strategici», dice Rasizza.
Le professioni
I professionisti più ricercati rimangono quelli più legati al mondo digitale, ma resta elevata anche la ricerca di tecnici. «I famosi mestieri che non vengono più insegnati oggi sono ancora molto richiesti. Un calderaro o un saldatore o un operaio in grado di montare scarpe hanno sicuramente sbocchi sul mercato e suggerisco ai giovani di guardare con attenzione ai percorsi offerti dagli Its perché garantiscono l'inserimento al lavoro nella massima percentuale». Mediamente Openjobmetis gestisce 25mila persone che lavorano nelle aziende clienti: di questi 5mila sono in staff leasing, quindi assunti a tempo indeterminato. «La nostra esperienza ci consente di dire che mediamente il 30% di tutti i lavoratori in somministrazione viene confermato dall'azienda. Una percentuale che ci fa dire di essere un'importante porta di ingresso nel mercato del lavoro». Quanto ai settori, Rasizza osserva che l'agenzia segue il Pil locale, regionale e provinciale. «A Brescia, per esempio, c'è una forte richiesta che arriva dalla metalmeccanica e dalla lavorazione del ferro e del tondino, nelle Marche, il traino delle ricerche arriva da settori come moda e calzature, a Varese dominano le costruzioni, la meccanica e la produzione di macchinari per la lavorazione tessile». Generalizzando, invece, l'inverno demografico ha portato all'esplosione di un settore come quello dalla cura degli anziani.
«La nostra agenzia Family care oggi ha 20 agenzie che gestiscono 2mila badanti e la crescita che sta attraversando ci fa dire che raggiungerà in un arco di tempo ragionevole i cento milioni di ricavi. La criticità è che riusciamo a trovare solo persone straniere che vogliono fare questo mestiere e che ci fermiamo a Prato perché al Sud in questo ambito domina ancora il lavoro nero. Il Governo italiano, però dovrebbe consentire alle famiglie di detrarre, non in minima parte, ma in totale il costo pagato. I servizi di cura sono un vantaggio anche per lo Stato che non deve farsene carico».
Fonte: Il Sole 24 Ore