Green New Deal: la strada italiana per l’economia circolare
Fare in modo di estendere la vita di un prodotto, dilatandone le proprietà attive, valorizzando fino in fondo tanto il lavoro svolto in fase di produzione tanto le materie prime utilizzate, riducendo in questo modo l'impatto ambientale. Si tratta del concetto alla base dell'economia circolare, un approccio che contiene al suo interno potenzialità di sviluppo ancora da scoprire, oltre che importantissime ricadute in materia di sostenibilità e attenzione all'ecologia. In linea con le prospettive del prossimo futuro, dal 17 novembre 2022 il Ministero delle Imprese e del Made in Italy promuove il bando Green New Deal per sostenere con agevolazioni finanziarie la realizzazione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione nell’ambito delle finalità di transizione ecologica e circolare.
Per entrare meglio nel concetto, possiamo attribuire all'economia circolare alcuni pilastri essenziali, che ne delineano i contorni. Si va, ovviamente, dall'impiego di fonti e materiali rinnovabili o provenienti dal riciclo per ridurre l’impatto ambientale. Si prosegue, come accennato, sulla progettazione di prodotti modulari e quindi facilmente riparabili, aggiornabili o rigenerabili. Di prima importanza, ancora, sono le piattaforme di condivisione, vale a dire gli strumenti che permettono a utenti e proprietari (o produttori) di ottimizzare le risorse impiegate alla produzione. Fondamentale è la cosiddetta servitizzazione, il modello che tende a vendere servizi corrispondenti all’acquisto di un prodotto, garantendo la vita del prodotto su più livelli.
Nell’analisi dei vantaggi, è evidente la spinta che l’economia circolare può dare all’innovazione tecnologica e al rapporto tra consumatori e beni di consumo. Il bando promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy in ottica Green New Deal va proprio in questa direzione: l'incentivo, infatti, sostiene come accennato i progetti nell’ambito delle finalità di transizione ecologica e circolare. La misura è rivolta ai finanziamenti agevolati del FRI (Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca), e prevede la concessione di contributi a sostegno delle attività di ricerca industriale, sviluppo sperimentale e, per le piccole e medie imprese, di industrializzazione dei risultati della ricerca e sviluppo.
In particolare, il provvedimento sostiene progetti con attenzione di riguardo agli obiettivi di:
- decarbonizzazione dell’economia;
- economia circolare;
- riduzione dell’uso della plastica e sostituzione della plastica con materiali alternativi;
- rigenerazione urbana
- turismo sostenibile;
- adattamento e mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico.
Le attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale devono essere finalizzate alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al notevole miglioramento di prodotti, processi o servizi esistenti.
Gli investimenti per l’industrializzazione, che sono ammessi esclusivamente per le PMI, devono avere un elevato contenuto di innovazione e sostenibilità, ed essere volti a diversificare la produzione di uno stabilimento mediante prodotti nuovi aggiuntivi ovvero a trasformare radicalmente il processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente. Sono 600 milioni di euro i finanziamenti previsti per la concessione dei finanziamenti agevolati, con un ulteriore fondo di 150 milioni di euro per la concessione dei contributi.
Incentivando la svolta sostenibile, i vantaggi portano alla nascita di un nuovo paradigma economico nel quale possono trovare spazio anche aziende medio-piccole, con ricadute positive sull’impiego; ma oltre al dato economico ne esiste anche uno sociale, in quanto la sostenibilità prevede maggiore attenzione alla sicurezza e a un legame più sinergico tra lavoratori e dirigenti aziendali.
Fonte: ClicLavoro